Unesco

Per la prima volta l'UNESCO ha attribuito questo riconoscimento ad una pratica agricola

LA PRATICA DELLA VITE AD ALBERELLO DI PANTELLERIA TRA I BENI IMMATERIALI DELL'UMANITA'

L'Assemblea generale dell'UNESCO a Parigi,il 27.11.2014 ha iscritto la pratica agricola della Vite ad Alberello di Pantelleria tra i Beni Immateriali dell'Umanità.

Per la prima volta l'Alto Organismo Internazionale ha attribuito questo riconoscimento ad una pratica agricola, riconoscendone il valore storico-culturale oltre che identitario.

La coltivazione della vite sull'isola ha, infatti, modellato nel tempo il paesaggio, realizzando uno dei contesti agricoli più suggestivi al mondo.
Al centro di questo scenario la vite e il particolare sistema di allevamento, quello ad alberello. La sua forma di coltivazione è il risultato straordinario di un'agricoltura che, assecondando la natura, ha saputo realizzare un primato d'eccellenza viticola, studiata ed ammirata in tutto il mondo. Il sistema di allevamento ad alberello basso, in conca, con uno sviluppo vegeto produttivo rasente i terreni, costituisce un unicum che va difeso, tutelato e rilanciato.

Oggi, a Pantelleria, il paesaggio disegnato dalla vigne è il segno di un equilibro raggiunto con la natura grazie all’opera dell’uomo e alla consapevolezza del rispetto dell'ambiente. 

Il terrazzamento è l’emblema di quest’unione che ha poi dato vita alla cultura della lavorazione della pietra dalla quale sono nati il dammuso e il giardino pantesco, strutture necessarie per praticare l’agricoltura in un contesto produttivo impervio. La vigna a Pantelleria può contare solo sulle braccia dell'uomo, non ci sono macchine che possano sostituire il contadino e la sua sensibilità produttiva. 

Sui terrazzamenti, spesso con pendenze estreme, la vite viene allevata al di sotto del livello del suolo, in una larga conca per riparare la pianta e i frutti dai venti di scirocco e di greco levante che spirano assai frequentemente e con violenza sull’isola. Questa pratica è utile anche ad equilibrare lo sviluppo della parte aerea rispetto a quella radicale, in modo tale che la mano dell’uomo possa facilmente intervenire sulle vite, durante tutto il suo sviluppo vegeto-produttivo. 

Proprio per questo a Pantelleria si parla di viticoltura eroica: le lavorazioni, infatti, durante tutto l’anno richiedono un monte ore di lavoro, per unità impiegata, che supera di almeno tre volte quelle necessarie alla coltivazione di un normale vigneto sulla terra ferma.

“Da Pantelleria arriva oggi un nuovo riconoscimento per l’Italia - ha commentato Vincenza Lo Monaco, rappresentante permanente per l’Italia all’Unesco - “La Sicilia del vino vive di eccellenze territoriali uniche e impareggiabili per natura e biodiversità. Pantelleria è sicuramente l'espressione più particolare. Ora interviene una tutela universale che da il giusto merito ai quei piccoli agricoltori che sono riusciti a mantenere produttiva la viticoltura, in un contesto difficile come quello dell’Isola di Pantelleria.




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